Cari amici, possiamo quasi parlare di normalità. Siamo riusciti a mettere in moto l’anno comunitario e accademico con molte incertezze. La macchina si è avviata un po’ a singhiozzo, ma è partita. Adesso si tratta di tenerla nella direzione giusta.
Riprendo con la cronaca dal 26 agosto, quando mi sono trasferito nella nuova presenza a Bwari in Nigera, condividendo i momenti di preghiera e i pasti con la comunità dei Claretiani che ci ospitano.
Il giorno 1° settembre è venuto a tenermi compagnia don Aurèlien Ahouangbe, un confratello che avrebbe dovuto essere in Niger ad aprire la prima presenza salesiana in questo paese. Non ha potuto partire a causa della situazione creatasi con il colpo di stato del 26 luglio e la chiusura dei confini di stato. È poi riuscito a partire, dopo tante peripezie, l’11 ottobre! La sua presenza è stata molto utile e preziosa. Il 7 settembre è arrivato don Kenneth Nnadi, uno dell’equipe dei formatori. Ha studiato in Italia e ha lavorato nella nostra comunità di Bra. Insieme abbiamo seguito i lavori di ristrutturazione del III Piano, pulito e preparato al meglio l’ambiente per l’arrivo degli studenti.
Il 16 settembre ci siamo separati dalla comunità dei Claretiani ed abbiamo iniziato la nostra vita indipendente con una cena a tarda ora, preparataci da una generosa persona della parrocchia in Kubwa. Il giorno 17 settembre sono arrivati i primi 5 confratelli studenti dalla Nigeria e il giorno seguente i rimanenti 2 dal Ghana. Abbiamo vissuto alla giornata le prime due settimane, facendo il miglior uso di quello che c’era e supplendo con la fantasia e la pazienza a quello che mancava… e che tuttora manca. Una cosa che è non mai mancata è stata l’allegria. Questo tempo ci è servito a programmare un po’ la vita comunitaria per l’anno che ci sta davanti.
Con l’inizio di ottobre i confratelli hanno cominciato ad essere occupati all’Università, anche se con orari e attività molto fluidi. L’Ispettore, don Jorge Crisafulli, è stato con noi i giorni 16-18 ottobre, con lui abbiamo messo a punto ulteriori faccende ancora pendenti. È stata anche l’occasione per l’insediamento ufficiale del Direttore della comunità.
La situazione generale della Nigeria è tutt’altro che florida. Nell’ultima Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale i vescovi hanno denunciato alcuni fattori di maggior preoccupazione a livello nazionale, tra cui la strumentalizzazione della religione, le controversie votazioni di febbraio, l’insicurezza sociale e la crisi economica. Le religioni maggiori della Nigeria, cristianesimo, islam e le religioni tradizionali, sono coesistite per tanto tempo e hanno condiviso la sacralità della vita umana, ma oggi purtroppo alle volte vengono usate come strumento di divisone e manipolazione, strumentalizzate per produrre violenza e oppressione.
In merito alle elezioni, ahimè hanno portato un clima di minacce e violenze, oltre alla mancata trasparenza. L’insicurezza è un fattore che non abbiamo toccato con mano solo in questo periodo è un problema che persiste nel paese. Sono molteplici i gruppi di ribelli, i sequestri con riscatto non si fermano. Continua a crescere la massa degli sfollati interni, la povertà e la fame dilagano, l’economia debole rende la vita difficile a migliaia di persone, l’aumento del costo dei generi alimentari è sempre più insostenibile.
Questa è la realtà in cui ci troviamo a vivere. Cerchiamo di condividere le sofferenze dalla gente con uno stile di vita più semplice possibile. L’aspetto che ci tocca più da vicino è il fattore della sicurezza. È un problema reale, ma crea una psicosi collettiva di paura e di incertezza. Nella nostra piccola realtà di Bwari, le parrocchie hanno sospeso tutte le Messe e le attività pastorali nei villaggi. A me consigliano di uscire il meno possibile. La vita continua ed è impressionante la resilienza con cui la gente affronta questa realtà quotidiana. Direte: “Tanto non può fare altro!”. Purtroppo è vero. Ma un po’ più di giustizia, di pace e di benessere per la Nigeria, per l’Africa e per tutto il mondo non ci starebbe male.
In questi giorni rovistando nel mio archivio fotografico ho ritrovato una foto, porta la data 5 novembre 1982, scattata nel cortile di Valdocco prima di salire in macchina per la Malpensa: volo Milano-Lagos. Mi sono fermato a lungo a guardarla e mi sono perso nei ricordi. Quanta acqua è passata sotto i ponti!
Atterrati a Lagos nella notte ad accoglierci c’era il Vescovo di Ondo, Mons. Francis F. Alonge. Quella sera in tutta la Nigeria si contavano 3 missionari salesiani: don Marcos Wade, don Italo Spagnolo e il Sig. Giovanni Patrucco. Oggi ci sono 12 comunità con opere significative e 138 confratelli, di cui quasi la metà giovani in varie fasi di formazione! Parte di questa realtà siete anche tutti voi che ci avete sempre seguito e sostenuto. Potete esserne fieri.