Padre Italo Spagnolo
Padre Italo Spagnolo
DATA DI NASCITA
LUOGO DI NASCITA
ORDINAZIONE
TERRA DI MISSIONE
DATA DI DECESSO
26 NOVEMBRE 2020
missionari / Padre Italo Spagnolo
Padre Italo Spagnolo continua la sua missione dal Cielo.
È nato a Trivero il 16 maggio 1941. Fin da piccolo è sempre stato un bambino buono, intelligente, calmo, studioso, un bravo chierichetto. Suo padre Giuseppe era un uomo semplice e duro al tempo stesso, la madre Ida era una donna dal temperamento estroverso, una madre affettuosa e attenta. I suoi genitori lavoravano nelle fabbriche tessili del biellese, e ai figli degli operai ogni anno veniva offerto un mese di colonia estiva al mare tra luglio e agosto, a Vallecrosia dai salesiani. Una bellissima esperienza. Così tra qualche conversazione e qualche lettera con la famiglia cominciò la scuola media nell’Aspirantato Salesiano di Casale Monferrato nel 1952.
Dopo la terza media prese la prima vera decisione importante della sua vita. Si era confidato con la mamma che lo incoraggiò con queste parole: “Se il Signore ti vuole prete e salesiano, io non farò altro che ringraziarlo per la tua vocazione”. Poi affrontò il papà… In modo “asciutto” gli disse: “Per adesso pensa a studiare seriamente e a comportarti bene. Poi si vedrà.”
Entrambi lo aiutarono a riflettere e a prendere liberamente le decisioni che lo portarono all’ordinazione sacerdotale nel 1968.
Nel suo percorso giovanile aveva preso parte con entusiasmo a diversi gruppi missionari, ma con il tempo la dedizione era svanita tra gli impegni pastorali e le responsabilità del suo lavoro.
Poi all’improvviso… il colpo di fulmine. A metà agosto del 1980 avvicinandosi all’Ispettore gli sussurrò: “Io mi rendo disponibile per il Progetto Africa”. “Mettilo per iscritto” gli rispose. In camera, si inginocchiò per una breve preghiera e“lo mise per iscritto”. Lontano dal pensare a una decisione a breve termine, fu annunciato a lui e al salesiano laico Giovanni Patrucco che erano pronti per il Progetto Africa. Da Roma gli venne affidata una missione in Nigeria nella diocesi di Ondo. Al pensiero di andare in una zona estremamente calda ‘gli venivano i brividi’! Ma dopo tanti anni ha imparato a soffrire meno il caldo di tanti amici nigeriani.
Il 1982 segnò l’anno dell’inizio. Arrivò a Lagos il 27 settembre. Il Vescovo aveva preparato per loro e altri missionari un corso di lingua locale: lo yoruba. Dopo 4 mesi gli venne destinata la parrocchia di San Patrizio a Ile-Oliji.
Una meravigliosa avventura era cominciata! Tutto era da inventare! La Provvidenza arrivava sempre nel momento giusto. Cominciarono un oratorio che al pomeriggio raccoglieva tantissimi giovani. Più tardi prese vita il progetto della scuola tecnico professionale. Nel giro di pochi anni sono cresciuti i laboratori di saldatura, meccanica, falegnameria, informatica, meccanica.
Nel 2014 tornò in Nigeria dopo un periodo di cure in Italia, nella missione di Ijebu-Ode, qui i salesiani cominciarono con la vita di preghiera, di comunità, di servizio, di gioia. I cattolici, i giovani e la gente gradualmente li hanno conosciuti e apprezzati. A dicembre 2016 il Vescovo costituì parrocchia, con estrema esultanza dei fedeli. Una parrocchia senza casa parrocchiale e con la chiesa “senza tetto”.
Custodì sempre nel suo cuore le parole che il Rettor Maggiore gli aveva detto prima di partire per la mia prima missione e che all’età di 70 anni gli avevano consentito di continuare a vivere con entusiasmo e gioia la sua vocazione salesiana: “Don Bosco è fatto per i giovani africani e i giovani africani sono fatti per Don Bosco”. La vocazione salesiana è onnicomprensiva: dà il senso di Dio e di lavorare incondizionatamente per il suo Regno, totalmente liberi; dà la gioia della comunità che li sostiene in ogni circostanza; offre un campo d’azione stupendo: stare e lavorare con i giovani ed essere vicino alla gente con lo spirito di Don Bosco gratifica immensamente. Ci si dona, ci si sacrifica, si ama e si è ricambiati.
Don Italo ha vissuto il suo servizio senza risparmio e in spirito di gratitudine, dal cuore di chi l’ha conosciuto sono scaturiti pensieri di affetto e stima per le tante cose belle che ha costruito nella sua vita.