Gabriele Garniga
Gabriele Garniga
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missionari / Gabriele Garniga
Sono Gabriele Garniga, coadiutore e missionario salesiano da più di 40 anni. Sono capitato a Ceylon, l’attuale Sri Lanka, per caso il 27 aprile 1982, più o meno in vacanza, per uno sguardo missionario alle condizioni del paese. In realtà una vacanza mai terminata, che ne ha conservato soltanto il ricordo, in una spola incessante tra il nord e il sud di un paese in guerra, tra gli harem delle bambine soldato e il villaggio di Negombo dove il turismo sessuale è il più alto del mondo.
Ho trascorso i primi dieci anni come missionario in Buthan, poi in Sri Lanka dove i salesiani sono presenti dal 1956. Ho coperto numerosi ruoli, lavorando come meccanico per il centro professionale di Negombo, poi come responsabile del centro di riabilitazione per le giovani vittime di pedofilia, come direttore nel nuovo centro professionale di Metiyagane e ora come economo.
Lo Sri Lanka, è un paese uscito di recente da una trentennale guerra etnica che ha lasciato sul terreno una devastazione morale, oltre che materiale. I bambini e gli adolescenti hanno pagato, e stanno ancora pagando un prezzo troppo alto. Per loro abbiamo avviato il Don Bosco College of Technology che è la prima scuola salesiana dello Sri Lanka, con 17 specializzazioni e 750 ragazzi, che hanno la possibilità di dare una soluzione alla loro vita e una sistemazione economica.
Nel 1992 a Negombo abbiamo aperto un centro di riabilitazione per i ragazzi abusati; è iniziata così la nostra lotta contro la pedofilia e la prostituzione di bambini dai 5 ai 14 anni poveri e vulnerabili, due dei drammi del Paese.
Don Mario Simoncelli, ai tempi del liceo, mi propose di andare a Torino ad imparare un mestiere. Da falegname che volevo diventare, divenni invece meccanico. Terminati gli studi feci domanda per andare in noviziato. Già in noviziato avevo l’idea delle missioni… nel 1972 feci domanda ufficiale al Rettor Maggiore.
3 giorni di tempo per pensare e decidere se partire o no per il Buthan. Così partii… e rimasi fino al 1982 quando i salesiani dovettero lasciare il paese. Dall’Himalaya passai allo Sri Lanka, da una settimana ne sono passate 3, e adesso sono ancora lì. Seguo da sempre l’esempio di Don Bosco, ho imparato così ad amare la gente, in particolare i giovani. A fidarmi della Provvidenza. A lavorare per i poveri e a sopportare le fatiche.