Padre Jorge Crisafulli
Padre Jorge Crisafulli
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missionari / Padre Jorge Crisafulli
Sono padre Jorge Crisafulli, sacerdote argentino salesiano e missionario. Sono entrato a far parte della Congregazione Salesiana, sono diventato sacerdote e missionario nell’Africa occidentale anglofona. Sono nato nel 1961 a Bahìa Blanca. Penso che la mia vocazione non sia stata una decisione quanto una scelta “dall’alto” e una chiamata interiore. “La logica di Dio? Chiama chi vuole, quando vuole e per il fine che vuole.” Alla base di questa chiamata ci sono stati diversi segni che hanno costellato la mia strada: il mio servizio come animatore tra gli scout, il liceo salesiano che frequentavo, un gruppo di discernimento vocazionale, un gruppo missionario, la testimonianza di salesiani che erano veri santi. Ero affascinato da Don Bosco, dalla sua vita, dalla sua missione e dalla sua attività instancabile di salvare i bambini più poveri. Dissi a me stesso: “Voglio essere come Don Bosco. Non è tanto difficile essere come lui”.
Alla base della mia vocazione missionaria c’è stato Dio, che ha tessuto la sua chiamata con fili sottili e delicati, con sussurri, suggerimenti, persone concrete, sentimenti forti.
Avevo quattordici anni quando dissi a me stesso: “Un giorno andrò in missione. Voglio essere missionario in Africa.” Avvenne così un cambio di direzione nella mia vita. Fu come se uscissi da me stesso: scoprivo e sentivo il dolore e la sofferenza della gente e avvertivo il fuoco interiore che mi chiamava a lasciare tutto per seguire Gesù, per essere vicino alle persone e combattere per loro. Alla fine del Noviziato chiesi di andare in missione. Le testimonianze dei salesiani che lavoravano in Africa mi offrirono una motivazione importante, che andava a consolidare la mia. Dio però hai i suoi tempi, che non sono i nostri. Trascorsero quattordici anni prima che i superiori mi dessero il consenso per partire per l’Africa dei miei sogni.
Da qualche mese il Consiglio Generale, con l’approvazione del Rettor Maggiore, mi hanno nominato Superiore dell’Ispettoria Salesiana in Nigeria.
A Freetown, Sierra Leone, in comunità eravamo quattro salesiani e 106 operatori sociali. Abbiamo avviato otto programmi per i bambini in situazione di rischio, per i ragazzi di strada, per ragazze abusate, per le minorenni sottratte alla prostituzione, per i giovani del carcere, li accogliamo, diamo loro un rifugio e un’opportunità attraverso l’istruzione e la formazione professionale di costruirsi un futuro.
Mi sento felice, a mio agio ovunque. Sono sempre in mezzo ai giovani, vado loro incontro, li ascolto, li incoraggio, propongo loro alti ideali per la vita. Posso dire “Sono felice qui tra voi”. In Africa, la mia esperienza più bella è stata l’evangelizzazione: non c’è niente di più bello che dire a un giovane che Dio lo ha creato, lo ama e si prende cura di lui. Ricordo che un bimbo dopo aver sentito dire che Dio lo amava e si prendeva cura di lui, mi si era avvicinato e mi aveva detto che era la prima volta che sentiva dire queste cose, invece aveva sempre sentito dire che Dio si era dimenticato di lui. Penso che l’esperienza più bella che i salesiani possono vivere è proprio quella di dire ai giovani che Dio li ama incondizionatamente, infinitamente.