24 novembre 2019
A Gulu l’Ultima Cena di Gesù, secondo la cultura locale
Proseguiamo il cammino ed arriviamo a Gulu, la grande città del nord Uganda, dove fa più caldo: siamo vicini al confine con il Sud Sudan, nelle praterie aride di questa parte di Africa. Anche a Gulu abbiamo costruito una grande nuova scuola con annesso il convitto scolastico ed una bella chiesa parrocchiale, la scuola si trova in campagna a circa quindici chilometri dal centro cittadino. Serviamo un territorio molto vasto e povero. Mi ha colpito il dipinto del presbiterio di questa chiesa perché rappresenta una tavola imbandita con Gesù e gli apostoli nell’Ultima Cena. Sul tavolo, insieme con il pane e il vino, ci sono i prodotti locali, frutta e animali domestici, che gruppi di giovani e adulti ugandesi portano al Signore come offerta.
 Il campo dei miracoli esiste: a Palabek
Infine siamo arrivati alla quarta ed ultima tappa della visita in Uganda: il campo profughi di Palabek. Qui i Figli di don Bosco sono arrivati all’inizio del 2018, abitando all’inizio nelle tende e nelle baracche, come i Sudsudanesi che qui hanno trovato rifugio.
A meno di due anni dall’arrivo, abbiamo già potuto costruire la casa della comunità salesiana, la scuola materna, un grande e bellissimo centro di formazione professionale, le fondamenta di una chiesa. Il progetto di consolidamento della presenza prevede di aprire anche la scuola superiore all’inizio del 2021.
Il fondatore di questa nuova presenza salesiana è padre Arasul, indiano di origine ma missionario in Africa da oltre trent’anni, e ora anche direttore dell’opera. Arasul sprigiona energia ed entusiasmo come un ragazzino!
È lui, insieme con i confratelli della comunità salesiana, che ci accoglie e ci porta ad incontrare i ragazzi e giovani che frequentano il cento di formazione professionale appena inaugurato, ma già con più di 200 allievi nei sei settori professionali attivati: sartoria, parrucchiera, agricoltura, elettricità , edilizia e meccanica auto. Commoventi e bellissime le giovani mamme, le quali non hanno più di 16 o 18 anni, frequentano i corsi di formazione professionale portando il proprio bimbo con sé in laboratorio, stretto alla schiena se piccolissimo oppure seduto a terra su una coperta se più grandicello.
Il superiore salesiani di questa parte di Africa, padre Celestine (Ruandese), che ci ha accompagnati nella visita all’Uganda salesiana, davanti a tanti giovani che imparano un lavoro e guardano al futuro con speranza e fiducia anche dentro un campo profughi, ha esclamato: “Questo è un autentico miracolo. Non cerchiamo i miracoli dove non ci sono! Qui a Palabek stiamo assistendo ogni giorno ai miracoli. Venite a vedere, e dateci una mano affinché continuino a compiersi!”.
Leggi la prima parte del viaggio – Dall’orfanotrofio di Namugongo alla scuola di Bombo