La zona di Yacapani è abitata prevalentemente da campesinos di etnia Quechua o Aymara. Qui il 68% della popolazione dei villaggi rurali più isolati vive al di sotto della soglia di povertà. Si tratta di un’area rurale in cui il fenomeno migratorio è inarrestabile dagli anni ’60 del secolo scorso e coloro che sono rimasti continuano a praticare agricoltura di sussistenza, strappando alla terra un po’ di riso, arachidi, patate dolci, yucca. L’allevamento domestico di galline e maiali completa le attività di ogni famiglia. Tutte queste persone hanno accesso limitato ad acqua potabile, elettricità e rete fognaria.
C’è un’unica scuola media in tutta l’area, nel centro abitato di Yacapani: l’unica possibilità per i bambini dei villaggi più lontani è quella di trasferirsi qui per accedere a un livello di istruzione superiore a quello primario. Gli abbandoni scolastici sono per questo motivo altissimi mentre la quasi totalità dei ragazzini che si trasferisce a Yacapani finisce col lavorare per mantenersi. Molti di loro, purtroppo finiscono a fare i corrieri della droga e le ragazzine a prostituirsi.
I salesiani hanno preso in carico nel 2008 il Centro per lo Sviluppo Integrale dell’Infanzia Rurale che sorge nella zona di Yacapani da Save the Children. Ora Casa Don Bosco accoglie 56 fra bambini e bambine provenienti dalle aree rurali più isolate che possono così frequentare la scuola media San Martin e avere un luogo accogliente in cui mangiare, dormire, partecipare ad attività sportive, ludiche, pastorali, sotto l’occhio affettuoso dei salesiani. Ma non solo: qui i bambini frequentano corsi di potenziamento scolastico – perché nella maggior parte dei casi l’insegnamento nelle scuole elementari rurali è di basso livello, per cui arrivano alle medie completamente impreparati – e partecipano a lezioni di agraria di vario genere, per essere messi nelle condizioni di dare un supporto al lavoro agricolo familiare, una volta rientrati nei villaggi di origine.