Occupiamoci del nostro futuro insieme ai più giovani

Una lunga marcia per arrivare ai giovani. O, meglio, perché i giovani possano incontrare Missioni Don Bosco sul loro orizzonte quando affrontano il tema del futuro del mondo. È quanto si sta attuando da tre anni a questa parte, e in questo mese di ottobre si sono compiuti passi importanti. Abbiamo incontrato gli allievi dell’Istituto Agnelli e quelli della Scuola Maria Ausiliatrice di Torino, il pubblico di Sottodiciotto a Saluzzo e a Bra in provincia di Cuneo. L’anteprima di questo Festival cinematografico, dedicato espressamente ai più giovani, ha dato la possibilità di portare padre Jorge Mario Crisafulli, missionario in Sierra Leone, all’incontro con persone nuove per la nostra organizzazione.

L’evidenza dei problemi ambientali

I giovani avvertono con una coscienza molto alta i problemi della sostenibilità: non solo i loro leader internazionali e locali esprimono preoccupazione ma anche i ragazzi e le ragazze delle scuole avvertono l’urgenza di intervenire, e chiedono agli adulti di decidersi senza sconti per fermare l’abuso delle risorse del pianeta. Lo fanno, loro in prima fila, per garantire l’unico futuro possibile per tutti. Questo dramma – composto dall’inquinamento di terre e acque, dai cambiamenti climatici, dalla riduzione delle materie prime e dalla lentezza nel passare a consumi rinnovabili – ha un’origine (e un riflesso) nel grande squilibrio fra i popoli del mondo. Questo aspetto sembra meno rilevante per l’opinione pubblica dei Paesi ricchi, ma i missionari sono testimoni diretti, insieme con le comunità a cui sono stati mandati, dell’ingiustizia nella distribuzione dei beni primari e delle opportunità di conoscenza e di uso delle informazioni.

Missioni Don Bosco ha il compito educativo di dare voce ai salesiani che in tutto il mondo sono impegnati per dare istruzione, consapevolezza, capacità di lavoro ai giovani. L’obiettivo è chiaro, ma occorrono analisi e strategie per superare i muri che impediscono la comunicazione ma, come spesso succede a parlare possono esse i fatti invece delle parole.

La necessità di fare conoscere le emergenze umanitarie

È così che in due momenti diversi abbiamo portato agi studenti di scuole elementari, medie e superiori un “segno” che concorre alla soluzione dei problemi e alla crescita della consapevolezza. All’Istituto Agnelli quest’anno si è trattato di lasciare un “promemoria” in un’occasione davvero speciale: l’inaugurazione dei nuovi laboratori di meccatronica, elettronica, informatica ed energia dell’Istituto Tecnico Tecnologico salesiano Edoardo Agnelli, presente il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime. Sono stati donati una sacca portaoggetti e uno scalda collo dopo che lo scorso anno erano state donate le borracce. Ci siamo associati a un progetto che idealmente unisce l’opera salesiana torinese e quella nei Paesi lontani, che porta un messaggio, “Insieme Costruiamo Futuro”, molto affine alla frase che ci accompagna da qualche anno: “Il futuro è la nostra missione”, che ispira la scelta e il sostegno ai progetti da parte della nostra organizzazione.

Una sacca e una borraccia da tenere nello zaino per ricordare il rispetto dell’ambiente e l’attenzione ai bambini di tutto il mondo. Sono i doni che abbiamo fatto agli allievi della scuola elementare Maria Ausiliatrice di Torino ad avvio delle lezioni nel primo lunedì dell’ottobre missionario. Oltre 250 ragazzi hanno cantato e partecipato alla benedizione degli zaini, “piccolo spazio nel quale deve trovar posto anche Gesù” ha raccomandato don Enrico Lupano che ha guidato la preghiera. È stata la rappresentante degli studenti del liceo, Lola, a spiegare il significato del dono: “Perché delle borracce? Perché l’acqua è molto importante, non va sprecata, bisogna fare gesti di rispetto per chi non dispone ordinariamente di questo bene” pensando a quanti nei Paesi poveri dispongono con fatica dell’acqua potabile. “Ma c’è anche un altro valore” ha aggiunto la studentessa: “Sono bottigliette che sostituiscono quelle di plastica, materiale super-inquinante”.

Ogni borraccia e ogni sacca hanno lo spazio per scrivere il proprio nome non solo per ragioni di igiene ma per individualizzare le responsabilità che si assume ricevendo questo dono. Il canto che ha fatto da sottofondo a questa di consegna parlava proprio di una “chiamata per nome” per camminare nella comunità educativa che attinge i suoi valori nella vocazione cristiana. Lo stesso gesto si è ripetuto in mattinata per gli allievi e le allieve della scuola media e del liceo affidati alle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Ricominciare dagli ultimi

Padre Crisafulli era già stato a Torino altre volte nel corso delle periodiche campagne di sensibilizzazione sull’inferno della prostituzione femminile. Con il nuovo presidente di Missioni Don Bosco don Daniel Antúnez ha descritto l’impegno che sostiene il Don Bosco Fambul, il centro di accoglienza e di accompagnamento formativo nella capitale della Sierra Leone, Freetown, che ha aperto le porte alle bambine costrette a offrire il loro corpo in cambio di denaro già dall’età di 8-9 anni.

Il giro concentrato in due intensi giorni ha toccato l’Istituto Agnelli e le città di Saluzzo e di Bra, dove è stato proiettato il film “Love” del regista Raul de la Fuente. Questo narra le storie di persone su cui ricade l’effetto di lunga durata della guerra civile e dell’epidemia di ebola che negli ultimi decenni hanno afflitto il Paese e disseminato di orfani le campagne e le città. Sono questi lo “scarto” di una società fra le più povere del mondo, ma è partendo dal prendersi cura di loro che si può migliorare tutto il mondo, come ricorda papa Francesco. Non si dimentichi, questa la sottolineatura di padre Crisafulli, che il problema della prostituzione minorile affligge anche le società del benessere.

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